Zenzero contro l’IBD: lo studio e la scoperta

Un principio attivo naturale potrebbe rivoluzionare il trattamento delle malattie intestinali

Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Toronto ha individuato nel furanodienone (FDN), un composto presente nello zenzero, una possibile soluzione per la malattia infiammatoria intestinale (IBD). Pubblicata su Nature Communications, la ricerca ha dimostrato che il FDN si lega al recettore X del pregnano (PXR), riducendo l’infiammazione del colon. Questo composto potrebbe rappresentare un’alternativa più sicura ed efficace rispetto ai farmaci immunosoppressori, evitando gli effetti collaterali legati alla loro assunzione.

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Un nuovo approccio terapeutico per l’IBD

L’IBD è una patologia cronica caratterizzata da infiammazione intestinale persistente, con sintomi debilitanti come dolore addominale, diarrea e affaticamento. Le terapie attuali si concentrano sulla soppressione del sistema immunitario, ma questa strategia aumenta il rischio di infezioni e tumori. Il FDN, invece, offre un doppio beneficio: riduce l’infiammazione e favorisce la guarigione della mucosa intestinale, senza compromettere le difese naturali dell’organismo.

Lo zenzero e le sue proprietà medicinali

Utilizzato da oltre 5.000 anni, lo zenzero è noto per le sue proprietà curative contro nausea, artrite, emicranie e disturbi digestivi. Studi recenti hanno dimostrato che l’estratto di zenzero può alleviare i sintomi della colite ulcerosa, ma la sua efficacia resta inferiore rispetto al furanodienone, che agisce in modo più mirato. Questo ha spinto i ricercatori a indagare meglio i suoi componenti attivi.

Come il furanodienone agisce sull’intestino

Analizzando la composizione chimica dello zenzero, il team ha individuato il FDN come un composto capace di legarsi al recettore PXR, una proteina chiave nella regolazione del metabolismo e della risposta infiammatoria. Il legame tra FDN e PXR innesca un meccanismo che blocca la produzione di citochine pro-infiammatorie, riducendo così l’infiammazione nel colon.

Risultati promettenti nei test sperimentali

Gli esperimenti condotti su modelli animali hanno confermato l’efficacia del FDN. “Abbiamo scoperto che il furanodienone riduce l’infiammazione nei topi senza causare effetti collaterali”, afferma Jiabao Liu, ricercatore del Donnelly Centre for Cellular and Biomolecular Research. Questi risultati suggeriscono che il FDN potrebbe diventare una terapia sicura ed economica per i pazienti con IBD.

IBD: una malattia cronica senza cura

Circa il 25% dei pazienti con IBD riceve la diagnosi prima dei 20 anni, e attualmente non esiste una cura definitiva. I trattamenti disponibili mirano solo a controllare i sintomi, con un forte impatto sulla qualità della vita. La scoperta di nuove terapie meno invasive, come quella basata sul FDN, potrebbe rappresentare un passo avanti nella gestione della malattia.

Riparazione della barriera intestinale

Uno degli aspetti più innovativi del FDN è la sua capacità di stimolare la produzione di proteine delle giunzioni strette, fondamentali per ripristinare la barriera intestinale. Questo effetto permette di ridurre l’infiammazione senza alterare il sistema immunitario, differenziandolo dai farmaci attualmente in uso.

Il PXR è un recettore nucleare che regola il metabolismo di farmaci e tossine. Tuttavia, un’attivazione eccessiva può interferire con il metabolismo di altri farmaci. Il FDN, grazie alla sua struttura selettiva, si lega al PXR in modo bilanciato, evitando interferenze metaboliche indesiderate.

IBD e alimentazione: il ruolo della dieta

Negli ultimi anni, i casi di IBD sono aumentati sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Il professor Henry Krause, autore principale dello studio, sottolinea: “L’incremento delle diagnosi è direttamente legato alla diffusione di diete ricche di grassi e zuccheri”. Questa osservazione rafforza l’importanza di una dieta equilibrata nella prevenzione delle malattie infiammatorie intestinali.

Zenzero vs farmaci immunosoppressori

Rispetto ai farmaci tradizionali, il FDN si distingue per il suo profilo di sicurezza: non sopprime il sistema immunitario e non provoca danni epatici. “Un composto naturale come il FDN potrebbe rappresentare una soluzione efficace per il trattamento dell’IBD senza gli effetti collaterali dei farmaci immunosoppressori”, spiega Krause. Se ulteriori studi clinici ne confermeranno l’efficacia, il FDN potrebbe diventare una nuova opzione terapeutica naturale e accessibile.

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