Uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia dimostra che la combinazione di radiochirurgia e terapia ormonale raddoppia il tempo senza progressione della malattia
Un team di ricercatori ha individuato una strategia efficace per contrastare il tumore alla prostata in fase metastatica. Lo studio, condotto dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e supportato da Fondazione AIRC, ha dimostrato che combinare la radiochirurgia con una breve terapia ormonale migliora significativamente i risultati clinici. I dati, pubblicati sulla rivista The Lancet Oncology, evidenziano che questa combinazione terapeutica può raddoppiare il periodo di sopravvivenza senza progressione della malattia nei pazienti con oligometastasi, ovvero quando il tumore si ripresenta con poche metastasi dopo il trattamento iniziale.
Lo studio RADIOSA e i suoi risultati
La ricerca, denominata RADIOSA, è stata coordinata dalla prof.ssa Barbara Alicja Jereczek-Fossa, responsabile della Divisione di Radioterapia dell’IEO. Il team ha analizzato i dati di 102 pazienti con carcinoma prostatico oligometastatico, suddividendoli in due gruppi. Un gruppo ha ricevuto solo radioterapia stereotassica, mentre l’altro ha ricevuto lo stesso trattamento insieme a una breve terapia ormonale. I risultati sono stati significativi: i pazienti del secondo gruppo hanno registrato una sopravvivenza senza progressione media di 32 mesi, rispetto ai 15 mesi del primo gruppo.
Un cambiamento nel trattamento del tumore metastatico
“I risultati di RADIOSA segnano un progresso importante nella terapia del carcinoma prostatico oligometastatico”, afferma la prof.ssa Jereczek-Fossa. “Se confermati da studi più ampi, potrebbero rivoluzionare la gestione della malattia metastatica, dimostrando l’efficacia di trattamenti ormonali brevi associati alla radioterapia”.
Fino ad oggi, i pazienti con metastasi venivano trattati con terapie farmacologiche continuative. Questo studio suggerisce che, in alcuni casi, la combinazione con la radioterapia potrebbe ridurre la necessità di trattamenti prolungati, migliorando la qualità della vita.
Radiochirurgia: un trattamento non invasivo e mirato
La radioterapia stereotassica, conosciuta anche come radiochirurgia o radioablazione quando effettuata in una singola seduta, sta emergendo come un’alternativa efficace per trattare le metastasi.
“Questa tecnica, non invasiva e compatibile con le attività quotidiane, sta cambiando l’approccio ai tumori metastatici”, spiega la prof.ssa Jereczek-Fossa. “In alcuni pazienti, può sostituire i farmaci, offrendo una ‘pausa terapeutica’. In altri, permette di trattare le metastasi attive, lasciando che i farmaci controllino quelle latenti”.
Obiettivi aggiuntivi dello studio RADIOSA
La ricerca ha incluso anche aspetti legati alla qualità della vita dei pazienti. La professoressa Gabriella Pravettoni ha coordinato l’analisi psiconcologica, mentre il professor Giuseppe Petralia ha guidato lo studio delle immagini radiologiche.
Un altro elemento chiave dello studio è stato lo studio delle analisi molecolari, condotto dal professor Nicola Fusco e dal dottor Mattia Zaffaroni. Questi approfondimenti hanno permesso di valutare in modo più ampio l’impatto della terapia e il suo potenziale utilizzo in scenari futuri.
Un nuovo approccio alla cura del tumore metastatico
“La pubblicazione su The Lancet Oncology è un riconoscimento importante per il lavoro dell’IEO”, afferma il prof. Roberto Orecchia, Direttore Scientifico dell’istituto. “Questa ricerca dimostra che l’approccio terapeutico sta cambiando: non ci limitiamo a prolungare la vita dei pazienti, ma cerchiamo di migliorare la loro qualità di vita”.
Secondo Orecchia, il trattamento delle metastasi sta diventando sempre più mirato ed efficace. “Per alcuni tumori, incluso quello alla prostata, dobbiamo iniziare a pensare a una possibilità concreta di guarigione dalle metastasi, non solo alla gestione della malattia”, conclude.