Il pesce esotico, mai visto prima nei mari italiani, è stato catturato a Lampedusa: un segnale della crescente invasione di specie aliene
Un esemplare di triglia del Mar Rosso (Parupeneus forsskali) è stato catturato nelle acque di Lampedusa, segnando il primo ritrovamento di questa specie nei mari italiani. Questo pesce, tipico del Mar Rosso e del Golfo di Aden, ha iniziato la sua espansione nel Mediterraneo dopo l’apertura del Canale di Suez, con il primo avvistamento registrato in Libano nel 2012. Da allora, la sua presenza è stata documentata lungo la costa orientale del Mediterraneo, fino a raggiungere la Tunisia nel 2016. Il suo arrivo in Italia dimostra come il fenomeno della diffusione delle specie aliene stia trasformando gli ecosistemi marini, rendendo necessario un attento monitoraggio per valutarne gli effetti.
Caratteristiche distintive della triglia esotica
La triglia del Mar Rosso si riconosce per la presenza di una banda scura longitudinale lungo il dorso e una macchia nera vicino alla coda, tratti che la distinguono nettamente dalle specie autoctone. Può raggiungere i 30 cm di lunghezza e si adatta facilmente a vari habitat, tra cui fondali rocciosi, sabbiosi e praterie di Posidonia. I pescatori di Lampedusa, individuando le differenze rispetto alle triglie locali, hanno provveduto a congelare l’esemplare e a consegnarlo ai ricercatori per ulteriori analisi. Questo gesto sottolinea l’importanza della collaborazione tra il mondo della pesca e la comunità scientifica nel monitoraggio delle nuove specie nei nostri mari.
L’analisi scientifica e il monitoraggio della specie
L’esemplare catturato è stato affidato ai ricercatori dell’ISPRA di Palermo, un istituto che da anni si occupa dello studio delle specie esotiche nei mari italiani. Gli scienziati stanno ora analizzando la biologia di questa triglia per valutare eventuali impatti sulle specie autoctone. L’arrivo di nuovi pesci può infatti modificare la catena alimentare, competere per le risorse disponibili e alterare gli equilibri dell’ecosistema marino. Per questo motivo, le segnalazioni di pescatori e subacquei sono cruciali per monitorare il fenomeno e prevederne le conseguenze a lungo termine. La crescente presenza di specie aliene potrebbe influenzare la pesca commerciale e modificare la biodiversità delle acque italiane.
Un’espansione inarrestabile nel Mediterraneo
Dopo il primo avvistamento in Libano, la triglia del Mar Rosso ha continuato la sua espansione nel Mediterraneo orientale, stabilendosi in diverse aree. Attualmente, la sua presenza è stata confermata in Cipro, Israele e Tunisia, dove viene già pescata e commercializzata. L’arrivo a Lampedusa potrebbe essere un primo segnale di una futura diffusione verso le coste italiane. Sebbene al momento non siano stati osservati impatti significativi sulle triglie locali, gli scienziati stanno monitorando attentamente il fenomeno. In passato, altre specie tropicali hanno dimostrato un’elevata competitività con le specie autoctone, riducendo la loro presenza in determinate aree. Se la triglia del Mar Rosso seguirà lo stesso andamento, potrebbe alterare la struttura delle popolazioni ittiche nel Mediterraneo occidentale.
Possibili rischi per l’ecosistema marino
L’introduzione di nuove specie nei mari italiani può avere conseguenze imprevedibili. Alcune si integrano senza causare danni, altre diventano invasive e modificano radicalmente la disponibilità di risorse. La triglia del Mar Rosso potrebbe entrare in competizione con le triglie mediterranee, un fenomeno già osservato in passato con altre specie esotiche. Il riscaldamento globale e le variazioni climatiche stanno favorendo sempre più l’arrivo di pesci tropicali nel Mediterraneo, creando condizioni ideali per la loro sopravvivenza. Il Canale di Suez, inoltre, continua a rappresentare la principale via d’ingresso per queste nuove specie, che trovano nelle acque del Mediterraneo un ambiente sempre più adatto alla loro proliferazione.
Il ruolo chiave dei pescatori
I pescatori rappresentano una risorsa preziosa nel monitoraggio della diffusione delle nuove specie nei mari italiani. Grazie alla loro esperienza, possono individuare rapidamente organismi esotici e contribuire alla raccolta di dati scientifici. L’ISPRA invita chiunque catturi pesci rari o sconosciuti a fotografarli, documentarli e conservarli, in modo da consentire agli esperti di analizzarli nel dettaglio. La crescente presenza di specie aliene nei nostri mari è un fenomeno che richiede un approccio coordinato tra il mondo della pesca e quello scientifico. Solo attraverso una collaborazione attiva tra istituti di ricerca e operatori marittimi sarà possibile comprendere e gestire questi cambiamenti, riducendo eventuali rischi per la biodiversità e la sostenibilità della pesca.