L’amore non è uguale per tutti: le 4 categorie di innamorati

Uno studio svela le diverse modalità con cui le persone vivono l’amore, tra intensità emotiva, desiderio e impegno

L’amore romantico non si manifesta allo stesso modo per tutti. Una ricerca condotta dall’Australian National University (ANU) ha individuato quattro categorie di innamorati, evidenziando come ciascuno viva in modo diverso emozioni, passione e impegno. Lo studio, pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, ha analizzato le risposte di 809 giovani adulti in una relazione amorosa, considerando fattori come intensità emotiva, pensieri ossessivi, livello di impegno e frequenza dei rapporti sessuali.

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Dall’amore moderato alla passione sfrenata: le quattro categorie

I ricercatori hanno individuato quattro gruppi distinti: innamorati moderati, innamorati intensi, innamorati libidinosi e innamorati miti. Ciascuna categoria si differenzia per caratteristiche peculiari, che spaziano dalla velocità con cui ci si innamora alle abitudini quotidiane, come il consumo di caffè o il bisogno di sonno.

L’aspetto più interessante è che non tutti amano allo stesso modo. Alcuni possono arrivare ad avere rapporti fino a 20 volte alla settimana quando si innamorano“, ha spiegato Adam Bode, ricercatore principale dello studio e dottorando presso l’ANU. “Il modo in cui ci innamoriamo è legato a una serie di altri comportamenti peculiari“.

Gli innamorati moderati: la categoria più comune

Il gruppo più numeroso, che rappresenta oltre il 40% dei partecipanti, è costituito dagli innamorati moderati. “Questi individui non presentano caratteristiche particolarmente straordinarie: mostrano una bassa intensità emotiva, pensieri ossessivi ridotti, un livello di impegno relativamente alto e una moderata frequenza di rapporti sessuali”, ha affermato Bode. Secondo lo studio, gli innamorati moderati sono più spesso di sesso maschile.

Gli innamorati libidinosi: attrazione e desiderio al primo posto

Il gruppo più piccolo, che comprende solo il 9,64% dei partecipanti, è caratterizzato da una frequenza sessuale molto elevata, con una media di 10 rapporti a settimana. “Oltre a questo aspetto, sono più propensi a viaggiare, spendere più denaro del solito e fumare più sigarette rispetto ad altri gruppi“, ha aggiunto Bode.

Gli innamorati intensi: quando l’amore domina la vita

Circa il 29% degli intervistati rientra nella categoria degli innamorati intensi, definiti come coloro che sperimentano sentimenti profondi e totalizzanti. “Questi individui ottengono i punteggi più alti in termini di intensità emotiva, pensieri ossessivi e impegno, con una frequenza sessuale relativamente alta“, ha spiegato il ricercatore. “Sono il classico esempio di persone ‘folli d’amore’. Inoltre, sono più propensi ad innamorarsi prima ancora che la relazione inizi“. Questo gruppo si distingue anche per altre caratteristiche: è l’unico con una prevalenza femminile (60%) ed è associato a tratti di personalità come altruismo, senso del dovere e passione per il lavoro.

Gli innamorati miti: emozioni e desiderio sotto controllo

Infine, circa il 20% dei partecipanti rientra nella categoria degli innamorati miti. “Questi individui mostrano i livelli più bassi di intensità emotiva, pensieri ossessivi, impegno e desiderio sessuale. Inoltre, hanno ottenuto i punteggi più bassi per estroversione e cordialità“, ha dichiarato Bode. Secondo i dati, gli innamorati miti si innamorano più spesso degli altri gruppi, ma le loro storie d’amore tendono a essere più brevi. Questo gruppo è composto prevalentemente da uomini eterosessuali.

Un database per comprendere meglio l’amore

Lo studio si basa sui dati raccolti nel Romantic Love Survey 2022, il più grande database mondiale sulle esperienze amorose, che ha coinvolto 1.556 giovani adulti provenienti da 33 paesi diversi. I dati sono stati resi disponibili per ulteriori ricerche future. “Il nostro lavoro rappresenta un punto di svolta nello studio dell’amore romantico“, ha sottolineato Bode. “Comprendere come viviamo l’amore è fondamentale, dato il suo ruolo nella formazione delle famiglie, nella cultura e nelle relazioni umane”.

Secondo gli autori, i risultati dello studio aprono nuove prospettive sulla natura dell’amore e sulla sua possibile evoluzione nel tempo. “Potremmo ancora trovarci in una fase di cambiamento nel modo in cui esprimiamo l’amore romantico“, ha concluso Bode.

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