Nell’ultimo anno ammontano a sole 12.900 tonnellate (-30%), mentre sono 5.500 le tonnellate esportate dall’Ue
I17 metalli noti come “terre rare” rappresentano un gruppo di 15 elementi chimici, i lantanidi, a cui si aggiungono ittrio e scandio, con proprietà chimiche e fisiche simili; molte rientrano all’interno delle 34 materie prime critiche individuate dall’Ue, in quanto fondamentali per molteplici settori industriali high-tech.
L’Ue è fortemente dipendente dalle importazioni per soddisfare il fabbisogno di terre rare, ma – come mostrano i dati Eurostat aggiornati oggi – nell’ultimo anno l’import è calato del 29,3%. Nel 2024 gli Stati membri dell’Ue hanno importato 12.900 tonnellate di terre rare, e nello stesso periodo ne hanno esportate fuori dai confini europei 5.500 (-0,8% sul 2023).
Anche nel 2024 la Cina è stata il principale partner commerciale per le importazioni di terre rare, rappresentando il 46,3% del peso totale delle importazioni, ovvero 6.000 tonnellate. Segue la Russia con il 28,4% delle importazioni, ovvero 3.700 tonnellate, e la Malesia, con il 19,9% delle importazioni, ovvero 2.600 tonnellate. A lunga distanza chiudono il cerchio Giappone e Regno Unito.