Trovati aminoacidi e anche minerali salini. La vita sulla Terra e la possibile origine extraterrestre
E se l’origine della vita sulla Terra non fosse così terrestre come pensiamo? Gli ultimi dati provenienti dall’asteroide Bennu, riportati sulla Terra dalla missione NASA Osiris-REx, rivelano qualcosa di straordinario: gli elementi fondamentali per la vita erano già presenti nello spazio prima ancora che il nostro pianeta diventasse abitabile.
Nei campioni prelevati, gli scienziati hanno individuato aminoacidi, azoto, ammoniaca e minerali formatisi in acqua salata, tutti ingredienti che, miliardi di anni fa, potrebbero aver dato il via alla chimica della vita. Se questi componenti fossero arrivati sulla Terra a bordo di asteroidi, significa che l’origine della vita non sarebbe stata un evento isolato, ma parte di un processo cosmico diffuso.
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Aminoacidi dallo spazio: la vita seminata dagli asteroidi?
I ricercatori hanno identificato 14 dei 20 aminoacidi necessari per costruire le proteine, oltre a tutte e cinque le basi azotate che compongono il DNA e l’RNA. “Questi materiali sono autentici e formati nello spazio, non sono contaminazioni terrestri”, ha affermato Daniel Glavin della NASA.
Ma c’è di più: gli amminoacidi trovati in Bennu sono presenti in due versioni speculari, una “destrorsa” e una “sinistrorsa”. Sulla Terra, invece, la vita utilizza quasi esclusivamente la forma sinistrorsa. Questo significa che prima dell’origine della vita, entrambi i tipi erano presenti in uguale misura, suggerendo che l’asimmetria molecolare sia emersa in un secondo momento, forse influenzata dall’ambiente terrestre.
Acqua e sale: il ruolo degli oceani extraterrestri
Oltre agli aminoacidi, i campioni contengono minerali salini tipici dell’evaporazione dell’acqua, come calcite, alite e trona. Questo suggerisce che Bennu, in passato, potrebbe aver fatto parte di un corpo celeste molto più grande, ricco di laghi sotterranei o persino oceani.
Secondo Tim McCoy, curatore di meteoriti al Museo di Storia Naturale di Washington, le condizioni su Bennu potrebbero essere state ideali per favorire le reazioni chimiche alla base della vita, proprio come accadde sulla Terra primordiale. Se processi simili fossero avvenuti altrove nel Sistema Solare, la vita potrebbe non essere un’esclusiva terrestre.

Siamo tutti un po’ alieni?
Queste scoperte rafforzano una teoria affascinante: la panspermia, ovvero l’idea che la vita non sia nata su un singolo pianeta, ma sia stata “seminata” nello spazio da asteroidi e comete, diffondendosi tra i mondi. Se i mattoni della vita erano già presenti nello spazio prima che la Terra fosse abitabile, allora le origini biologiche potrebbero essere molto più universali di quanto pensiamo.
“Are we alone?” si chiede McCoy. “Questa è una delle domande a cui cerchiamo di rispondere”. E forse la risposta è che non siamo mai stati veramente soli, perché in un certo senso, siamo tutti un po’ alieni.
Nuove missioni alla ricerca delle nostre origini
I risultati ottenuti da Bennu sono solo l’inizio. Le future missioni spaziali cercheranno di raccogliere campioni da altri asteroidi e corpi celesti, come il pianeta nano Ceres e le lune ghiacciate di Giove e Saturno, dove si sospetta la presenza di oceani sotterranei.
La domanda resta aperta: se la vita sulla Terra è stata “importata” dallo spazio, allora potrebbe essere accaduto anche altrove? E se così fosse, quante altre forme di vita potrebbero esistere nell’universo?