Oltre 500 casi segnalati. Epidemia diffusa in 9 Paesi. Fornitore italiano sotto la lente di ECDC ed EFSA
Le autorità sanitarie europee stanno indagando su un focolaio di Salmonella enterica che ha colpito 509 persone in nove Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (UE/SEE) tra gennaio 2023 e gennaio 2025. L’infezione è stata associata al consumo di semi di erba medica germogliati, tracciati fino a un fornitore in Italia. Secondo i dati raccolti dall’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), la Norvegia ha registrato il numero più alto di casi (257), seguita da Svezia (110), Finlandia (94) e Germania (30). Anche altri Paesi come Francia, Paesi Bassi e Danimarca hanno segnalato infezioni, con un caso riportato anche nel Regno Unito.
L’epidemia è ancora in corso e le autorità avvertono che nuovi casi potrebbero emergere finché non verrà identificata e controllata la fonte esatta della contaminazione.
L’origine del focolaio: tracciato un fornitore italiano
Le indagini epidemiologiche hanno confermato che i semi germogliati sono il veicolo dell’infezione. Il sequenziamento dell’intero genoma (WGS) ha permesso di collegare diversi focolai nazionali a un unico fornitore in Italia, che si rifornisce da tre coltivatori situati nella stessa area geografica. Nonostante questi dati, non è ancora chiaro come sia avvenuta la contaminazione. Gli esperti ipotizzano un possibile contatto con fonti ambientali o una contaminazione incrociata lungo la catena di approvvigionamento.
Ceppi di Salmonella mai osservati prima in Europa
Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la varietà dei ceppi di Salmonella rilevati, alcuni dei quali raramente osservati in Europa. Questo ha complicato l’identificazione della fonte originale e ha richiesto un’analisi dettagliata dei dati epidemiologici e genetici a livello europeo.
La collaborazione tra i Paesi membri ha permesso di collegare sette distinti focolai nazionali a una fonte comune, utilizzando dati di sequenziamento avanzati. Questo tipo di analisi si è rivelato fondamentale per individuare le connessioni tra i diversi episodi di contaminazione.
I rischi per la salute: le raccomandazioni dell’Ecdc
La salmonellosi è una malattia che può causare sintomi gastrointestinali gravi, come febbre, diarrea, crampi addominali e vomito, con un periodo di incubazione che varia tra 6 e 72 ore. L’Ecdc raccomanda alle persone più vulnerabili, come bambini, anziani e individui con un sistema immunitario indebolito, di evitare il consumo di semi germogliati crudi, a meno che non siano stati cotti accuratamente per eliminare i batteri.
Misure per i produttori: prevenire la contaminazione
Le autorità sanitarie hanno avviato una serie di misure di controllo nei Paesi coinvolti, tra cui il ritiro e il richiamo dei lotti contaminati. Sebbene queste azioni abbiano ridotto il numero di nuovi casi, il rischio non è ancora del tutto eliminato. Ai produttori di semi germogliati viene richiesto di implementare procedure più rigorose per prevenire future contaminazioni:
- Controllo delle materie prime e verifica delle fonti di approvvigionamento.
- Sanificazione intensificata nelle fasi di produzione e distribuzione.
- Tracciabilità completa dei lotti di semi germogliati, per individuare eventuali contaminazioni.
- Adozione delle Buone Pratiche Agricole (GAP) per ridurre i rischi microbiologici fin dall’origine.
L’epidemia non è ancora finita: indagini in corso
Le autorità europee continueranno a monitorare la situazione, con ulteriori indagini per determinare l’esatto punto di contaminazione nella filiera. Fino ad allora, potrebbero verificarsi nuovi casi.
Nel frattempo, i consumatori sono invitati a seguire le raccomandazioni sanitarie e a prestare particolare attenzione alla sicurezza alimentare, evitando di consumare semi germogliati crudi, soprattutto se appartenenti a categorie a rischio.