La triptorelina potrà essere ancora utilizzata, ma con maggiori controlli. Il Ministero della Salute istituirà un registro nazionale
Il farmaco triptorelina, utilizzato per sospendere temporaneamente lo sviluppo puberale nei giovani con disforia di genere, resterà disponibile in Italia. Tuttavia, il governo ha deciso di introdurre nuove regole per monitorarne l’uso e garantire che venga somministrato solo nei casi più appropriati.
L’annuncio arriva dal Tavolo tecnico interministeriale, istituito nel 2024 per valutare il tema, in linea con quanto espresso dal Comitato nazionale di bioetica. La decisione è attesa nella relazione finale prevista per aprile, che definirà le modalità di accesso al trattamento e le misure di controllo che saranno adottate a livello nazionale.
Un sistema di monitoraggio per la triptorelina
Per garantire un utilizzo più controllato del farmaco, il Ministero della Salute istituirà un registro nazionale. Le strutture sanitarie dovranno segnalare ogni somministrazione della triptorelina e dei successivi trattamenti ormonali, permettendo così di raccogliere dati affidabili sugli effetti a lungo termine.
Il governo sottolinea che l’obiettivo non è vietare il farmaco, ma assicurare che venga somministrato solo a pazienti accuratamente selezionati, dopo un’attenta valutazione medica e psicologica.
L’ospedale Careggi al centro del dibattito
L’ospedale Careggi di Firenze, uno dei principali centri italiani per la gestione della disforia di genere, ha attirato l’attenzione pubblica e politica dopo un’ispezione ministeriale. L’intervento è stato avviato in seguito a un’interrogazione parlamentare promossa da Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha sollevato dubbi sui protocolli adottati nella somministrazione della triptorelina ai minorenni.
Le verifiche hanno portato a una serie di modifiche operative, tra cui l’obbligo di garantire la presenza continua di uno psichiatra nel centro. L’ospedale ha adeguato il proprio personale e ha continuato a somministrare il farmaco senza interruzioni.
Dai dati raccolti emerge che, negli ultimi cinque anni, la triptorelina è stata prescritta a 9 minorenni e a 75 adulti, nel contesto di percorsi di transizione di genere. Tuttavia, l’ispezione e il conseguente clima di polemica hanno portato alla dimissione della psicologa e dell’endocrinologa che lavoravano nel reparto.
Un approccio più prudente raccomandato dagli esperti
Il Comitato nazionale di bioetica, intervenuto sulla questione a dicembre, ha fornito alcune linee guida per l’utilizzo della triptorelina. Secondo il documento, il farmaco dovrebbe essere:
- Prescritto solo quando altri percorsi psicologici e psichiatrici si sono rivelati inefficaci.
- Somministrato sotto la supervisione di un’équipe multidisciplinare specializzata.
- Utilizzato esclusivamente su consenso volontario e consapevole del paziente.
Verso nuove regole per il trattamento della disforia di genere
La conferma della triptorelina come opzione terapeutica arriva con una chiara indicazione: il suo uso dovrà essere più regolamentato e monitorato. Il Ministero della Salute prevede di rafforzare i criteri per l’accesso al farmaco, garantendo una maggiore supervisione clinica e un supporto psicologico costante ai pazienti.
Il dibattito resta aperto, con posizioni divergenti tra chi sostiene l’importanza della continuità terapeutica e chi chiede una regolamentazione più severa. Il documento ufficiale del Tavolo tecnico, atteso nei prossimi mesi, definirà le misure concrete che verranno adottate a livello nazionale.