I grassi nella dieta possono alimentare il cancro

Un acido grasso presente negli oli vegetali attiva un meccanismo molecolare che stimola la crescita tumorale

Un nuovo studio ha identificato un collegamento diretto tra un grasso alimentare comune e la crescita delle cellule tumorali, rivelando un meccanismo molecolare fino ad oggi poco conosciuto. La professoressa Estela Jacinto, esperta di biochimica alla Rutgers Robert Wood Johnson Medical School, ha spiegato come l’acido linoleico omega-6 – un acido grasso essenziale presente negli oli vegetali – riesca ad attivare la via di segnalazione cellulare mTORC1, responsabile della crescita e della proliferazione cellulare. “L’attivazione di mTORC1 dipende da una proteina chiamata FABP5, che agisce come trasportatore lipidico. Quando l’acido linoleico si lega a FABP5, attiva mTORC1 e stimola la crescita delle cellule”, ha chiarito Jacinto in un’intervista rilasciata a Science. Questo legame è cruciale perché associa un grasso presente nella dieta occidentale con un meccanismo che “può favorire la crescita delle cellule tumorali, incluso il cancro al seno”.

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Il ruolo degli acidi grassi nella crescita cellulare

I nutrienti della dieta forniscono le materie prime fondamentali per la crescita cellulare, ma quando assunti in eccesso – soprattutto grassi e carboidrati – possono alterare i processi molecolari e innescare patologie come il cancro. La ricerca ha messo a confronto omega-6 e omega-3, entrambi acidi grassi essenziali, ma con effetti opposti sul meccanismo mTORC1: solo l’omega-6 ne stimola l’attività, mentre l’omega-3 – presente in pesce e frutta secca – “non produce alcuna attivazione del percorso di crescita”.

La differenza è rilevante perché gli omega-6 sono prevalenti nella dieta occidentale e, secondo lo studio, un eccesso può sovrastimolare mTORC1, portando a un “squilibrio nella crescita cellulare”.

Implicazioni per il cancro al seno triplo negativo

Il legame tra FABP5 e i tumori è stato indagato in particolare nel carcinoma mammario triplo negativo, una forma aggressiva e difficile da trattare. Nei modelli animali utilizzati nello studio, i tumori crescevano più rapidamente quando i topi venivano alimentati con omega-6, mentre non vi era crescita anomala con diete ricche di omega-3. “I tumori con livelli elevati di FABP5 sembrano sfruttare preferenzialmente l’omega-6 per alimentare la propria crescita”, affermano i ricercatori.

Questa scoperta suggerisce che in presenza di elevati livelli di FABP5, una restrizione alimentare mirata dell’omega-6 potrebbe rappresentare una strategia utile a rallentare la crescita tumorale.

Verso terapie personalizzate: farmaci e dieta combinati

Lo studio apre la strada a un nuovo approccio terapeutico che prevede l’inibizione di FABP5 e mTOR, insieme a una dieta povera di omega-6. “Poiché l’omega-6 si assume solo attraverso l’alimentazione, limitarlo può rappresentare un’arma strategica nei tumori che si basano sul percorso omega-6–FABP5–mTORC1”. Questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente efficace nel tumore al seno triplo negativo, per il quale oggi esistono poche opzioni terapeutiche.

Nuove prospettive per la prevenzione nutrizionale

Una corretta proporzione tra omega-6 e omega-3 è da tempo consigliata per la salute del sistema immunitario. Ora, questo studio aggiunge un tassello anche nella prevenzione e gestione oncologica, suggerendo che la manipolazione dei grassi nella dieta potrebbe incidere sull’attività di crescita cellulare e potenzialmente prevenire lo sviluppo di alcuni tumori. “L’obiettivo non è eliminare del tutto l’omega-6 – che è comunque essenziale – ma ristabilire un equilibrio”, precisano gli autori.

Le prossime tappe della ricerca

Sono in corso nuovi studi preclinici e clinici per valutare il potenziale terapeutico di inibitori di FABP. Tuttavia, i tentativi precedenti di bloccare mTOR da solo si sono rivelati poco efficaci a causa della tossicità. Secondo Jacinto, un approccio più mirato e meno invasivo potrebbe consistere nel colpire simultaneamente FABP5, mTOR e la dieta, permettendo una modulazione più sicura del metabolismo cellulare. “Capire come l’eccesso di grassi riorganizza il metabolismo cellulare e dell’intero organismo ci aiuterà a comprendere meglio i processi che innescano e alimentano il cancro”.

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