Il nuovo virus dei pipistrelli potenzialmente trasmissibile all’uomo si lega al recettore ACE2 umano, lo stesso utilizzato da SARS-CoV-2. I rischi
Un gruppo di scienziati guidato dalla virologa Shi Zhengli, del Laboratorio di Guangzhou, ha individuato un nuovo coronavirus nei pipistrelli giapponesi, denominato HKU5-CoV-2. Il virus, appartenente al sottogenere Merbecovirus, include anche il MERS-CoV, responsabile della Sindrome Respiratoria Mediorientale.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell il 7 gennaio 2025, è stato condotto in collaborazione con l’Accademia delle Scienze di Guangzhou, l’Università di Wuhan e il Wuhan Institute of Virology. La scoperta ha suscitato particolare attenzione poiché il virus è in grado di legarsi all’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), lo stesso recettore utilizzato da SARS-CoV-2 per infettare le cellule umane.
Un virus capace di infettare cellule umane
Secondo lo studio, HKU5-CoV-2 può infettare non solo le cellule umane, ma anche organoidi respiratori ed enterici coltivati in laboratorio, che riproducono le funzioni di polmoni e intestino. Questo indica che il virus potrebbe avere un potenziale di trasmissione interspecie, anche se non è stato rilevato un legame efficiente con il recettore ACE2 umano.
“I merbecovirus dei pipistrelli presentano un elevato rischio di trasmissione all’uomo, sia per contatto diretto che attraverso ospiti intermedi”, spiegano gli autori dello studio. Il virus non si lega solo al recettore umano, ma anche a quelli di altre specie, suggerendo che più animali potrebbero fungere da ospiti intermedi e facilitare il passaggio all’uomo.
Differenze rispetto ad altri merbecovirus
Il nuovo virus si distingue dagli altri membri del suo sottogenere per il modo in cui si lega all’ACE2. L’analisi crio-EM della struttura del dominio di legame del recettore (RBD) ha evidenziato che il virus condivide alcune caratteristiche con i sarbecovirus, la sottofamiglia che include SARS-CoV-2 e il coronavirus umano NL63.
I ricercatori hanno inoltre osservato che HKU5-CoV-2 si adatta meglio all’ACE2 umano rispetto al lignaggio 1 dello stesso virus, suggerendo che potrebbe avere una gamma di ospiti più ampia e una maggiore capacità di infettare diverse specie.
Monitoraggio e rischi per la salute pubblica
Lo studio sottolinea la necessità di un monitoraggio continuo del virus per valutare il suo potenziale zoonotico, ma al tempo stesso invita alla cautela nell’interpretare i risultati. “L’efficacia del legame con ACE2 è significativamente inferiore rispetto a SARS-CoV-2, quindi il rischio di una diffusione umana su larga scala non dovrebbe essere esagerato”, precisano gli autori.
Tuttavia, la scoperta conferma che i coronavirus nei pipistrelli continuano a rappresentare una possibile minaccia per la salute globale, rendendo essenziale la ricerca per comprendere il loro potenziale di spillover.