Uno studio rivela come gli iconici cetacei delle acque artiche utilizzano le loro iconiche zanne per cacciare, esplorare e persino giocare
Il narvalo (Monodon monoceros) è un cetaceo iconico delle acque artiche, noto per la sua lunga zanna a spirale, in realtà un dente allungato che può raggiungere i tre metri di lunghezza. Per molto tempo si è ritenuto che la zanna avesse un ruolo legato alla competizione tra maschi per l’accoppiamento, ma la sua reale funzione rimane un argomento di dibattito scientifico. Finora, le osservazioni sul comportamento di questi animali in natura erano limitate, rendendo difficile comprendere appieno l’uso della loro caratteristica più distintiva.
L’uso della tecnologia per svelare il comportamento dei narvali
Un recente studio condotto dai ricercatori della Florida Atlantic University e del Dipartimento della Pesca e degli Oceani del Canada, in collaborazione con le comunità Inuit della regione dell’Alto Artico canadese, ha permesso di raccogliere nuove informazioni grazie all’impiego di droni. Le riprese aeree hanno documentato per la prima volta come i narvali usino le loro zanne non solo per la competizione, ma anche per esplorare l’ambiente, interagire con le prede e persino giocare.
Narvali cacciatori: come utilizzano la zanna per colpire le prede
Le immagini raccolte mostrano i narvali impegnati a manipolare i pesci, in particolare il salmerino artico (Salvelinus alpinus), usando la loro zanna per stordire o forse addirittura uccidere le prede. “Le nostre osservazioni forniscono prove evidenti del fatto che i narvali inseguono i pesci e utilizzano le loro zanne per influenzarne il comportamento“, ha spiegato Greg O’Corry-Crowe, autore senior dello studio e ricercatore presso il FAU Harbor Branch. In alcuni casi, i narvali sembravano persino impedire ai loro simili l’accesso a una preda, suggerendo un possibile comportamento competitivo.
Un lato giocoso e sociale mai visto prima
Lo studio ha anche rivelato il primo caso documentato di gioco tra narvali, in particolare un comportamento definito “gioco esplorativo con oggetti”. Questo suggerisce che la zanna non sia usata esclusivamente per la sopravvivenza, ma possa anche avere una funzione sociale e di apprendimento. “Osservare i narvali che interagiscono tra loro in questo modo è sorprendente. Queste scoperte arricchiscono la nostra comprensione del loro comportamento complesso“, ha aggiunto O’Corry-Crowe.
Interazioni tra specie: il fenomeno del “furto di cibo”
Lo studio ha anche evidenziato per la prima volta interazioni tra narvali e altri animali, come i gabbiani glauchi (Larus hyperboreus), che sembrano tentare di rubare loro il cibo. Questo comportamento, noto come cleptoparassitismo, suggerisce che i narvali non solo devono competere tra loro per il cibo, ma affrontano anche sfide da parte di altre specie dell’ecosistema artico.
L’importanza dello studio per la conservazione dei narvali
Secondo i ricercatori, queste nuove informazioni sono fondamentali per comprendere meglio come i narvali si stiano adattando ai cambiamenti ambientali. “Per studiare gli effetti del cambiamento climatico sui narvali, l’uso di strumenti innovativi e non invasivi come i droni è essenziale“, ha affermato O’Corry-Crowe. Le riprese aeree offrono una prospettiva senza precedenti su come questi cetacei rispondano ai cambiamenti nella disponibilità di prede e alle variazioni nei modelli dei ghiacci artici.
Nuove frontiere nella ricerca sui narvali
Questo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science, apre la strada a ulteriori ricerche sul comportamento di questi cetacei enigmatici. La capacità di apprendimento sociale, la possibilità di comunicazione tra individui e l’uso della zanna in modo multifunzionale suggeriscono che i narvali abbiano una vita sociale più complessa di quanto si pensasse. Con il progressivo scioglimento dei ghiacci artici, la comprensione di questi adattamenti sarà cruciale per la loro conservazione.