I mozziconi di sigaretta utili per depurare l’acqua

Uno studio dell’Università James Cook dimostra che il carbone ottenuto dai mozziconi di sigaretta può eliminare fino al 95% del nichel e il 53% del rame dalle acque contaminate

L’inquinamento da metalli pesanti nelle acque rappresenta una minaccia per la salute pubblica e per l’ambiente. Una ricerca guidata dall’Università James Cook (JCU) in Australia suggerisce una soluzione sorprendente: i mozziconi di sigaretta. La dottoressa Elsa Antunes, docente di ingegneria meccanica presso la JCU, ha scoperto che il carbone ottenuto dalla decomposizione termica dei mozziconi in un ambiente privo di ossigeno è in grado di rimuovere il 53% del rame e il 95% del nichel dalle acque reflue durante i test di laboratorio.

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Una nuova soluzione per la rimozione dei metalli pesanti

Attualmente, il metodo più diffuso per filtrare i metalli pesanti dalle acque prevede l’uso di carboni attivi derivati dal carbone fossile, un’opzione efficace ma poco sostenibile. “I metalli pesanti continuano a rappresentare un grave problema per i nostri corsi d’acqua, con conseguenze significative per l’uomo e gli ecosistemi”, spiega la dottoressa Antunes. “Se riuscissimo a raccogliere i mozziconi di sigaretta, trasformarli in carbone e usarli per mitigare l’inquinamento, creeremmo un’economia circolare molto più sostenibile”.

Dai rifiuti al depuratore: come funziona il biochar

La conversione dei mozziconi di sigaretta in biochar segue un processo di pirolisi, in cui i rifiuti vengono riscaldati in assenza di ossigeno per produrre carbone attivo con proprietà filtranti. “Abbiamo già utilizzato materiali come il legno e i biosolidi per rimuovere diversi contaminanti dalle acque reflue, ma ora abbiamo dimostrato che i mozziconi di sigaretta possono essere altrettanto efficaci nella rimozione dei metalli pesanti”, afferma la ricercatrice.

Applicazioni su scala industriale e nuove prospettive

La ricerca ha dimostrato che la composizione chimica del biochar può essere modulata per adattarsi alla rimozione di specifici contaminanti. “Possiamo controllare le condizioni di produzione per ottenere diverse porosità e superfici attive, ottimizzando così l’adsorbimento dei metalli pesanti”, spiega la dottoressa Antunes. Questo potrebbe rendere il processo applicabile su scala industriale, migliorando il trattamento delle acque contaminate in tutto il mondo.

Al via nuovi test su altri inquinanti

Oltre alla rimozione dei metalli pesanti, il team della JCU sta esplorando ulteriori applicazioni del biochar derivato dai mozziconi. “Uno dei miei studenti sta lavorando sulla rimozione dei residui farmaceutici dalle acque reflue, quindi questa tecnologia potrebbe avere molteplici impieghi”, conclude la dottoressa Antunes. La ricerca dimostra come un problema ambientale – la dispersione dei mozziconi – possa trasformarsi in una risorsa utile per ridurre l’inquinamento idrico.

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