Marocco on the road: guida pratica per un viaggio autentico tra montagne, deserti e oceano

Dal Toubkal all’oceano Atlantico, un itinerario completo nel cuore del Marocco meridionale tra villaggi berberi, gole, spiagge, granai e apiari collettivi

Esiste un Marocco lontano dalle rotte più battute, fatto di montagne innevate, deserti silenziosi e coste sferzate dall’oceano. È il Marocco meridionale, quello della regione Souss-Massa, dove la cultura berbera plasma ancora oggi il paesaggio umano e dove ogni villaggio racconta una storia antica.

Qui il tempo sembra procedere a un ritmo diverso. Lungo 1.700 chilometri di strade, piste e tornanti, è possibile scoprire agadir millenari, gole verdissime nel cuore dell’aridità, incisioni rupestri di 3.000 anni fa, apiari collettivi ancora attivi, e villaggi fatti di fango, pietra e silenzio. Viaggiare in questa regione significa non solo spostarsi nello spazio, ma anche attraversare una stratificazione culturale che parte dai popoli nomadi fino alle influenze arabe, francesi e spagnole.

Organizzare un itinerario on the road nel sud del Marocco non è difficile: con un’auto adatta e qualche accortezza, è possibile costruire un viaggio indimenticabile anche in autonomia, come ha fatto un piccolo gruppo di italiani, scegliendo marzo come periodo ideale nonostante coincidesse con il Ramadan.

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Come organizzare il viaggio: auto, clima, Ramadan e connessione

Periodo consigliato: da ottobre a maggio, evitando i mesi più caldi. Marzo è perfetto per la fioritura dei mandorli, ma può riservare freddo in montagna e piogge notturne. Portare abbigliamento tecnico, a strati e impermeabile, soprattutto per le aree oltre i 1.500 metri.

Trasporti: è necessario noleggiare un’auto alta (es. Dacia Duster), anche se il 4×4 non è obbligatorio. Le strade sono spesso asfaltate ma in condizioni variabili, con tratti montani dissestati o in fase di ripristino post-terremoto. Guida solo di giorno.

Connettività: acquistabili in aeroporto SIM locali (es. Orange, 20 euro con buona copertura). Il navigatore funziona quasi ovunque, salvo brevi assenze di segnale in alcune valli.

Ramadan: viaggiare durante il mese sacro non è affatto un limite. Ristoranti, strutture e guide sono operative, soprattutto per i turisti. Il consiglio è portare snack per eventuali pause durante il giorno e rispettare i momenti del digiuno e della rottura serale, quando la socialità locale si anima.

Montagne dell’Atlante: tra Imlil, il Toubkal e il passo Tizi n’Test

L’Atlante custodisce la vetta più alta del Nord Africa: il Jbel Toubkal, che svetta con i suoi 4.167 metri sopra il villaggio di Imlil. Qui l’economia è legata al trekking e all’alpinismo. “Non è una salita difficile, ma serve attrezzatura da montagna e una guida esperta”, spiegano i gestori delle guesthouse locali. Le sistemazioni sono semplici, simili ai rifugi alpini, e non sempre riscaldate.

La discesa dal Toubkal verso la valle del Souss avviene lungo una delle strade più suggestive (e impegnative) del Marocco: il passo del Tizi n’Test, costruito tra il 1926 e il 1932, oggi in parte danneggiato dal sisma del 2023. Serve attenzione e pazienza: in alcuni tratti si attende che escavatori e ruspe riaprano la via. Tuttavia, i panorami sulle valli berbere e le montagne brulle valgono ogni rallentamento.

Il deserto inaspettato: campi tendati, incisioni e silenzio a Tata

L’ospitalità femminile, la Festa delle donne e la notte tra le stelle

La cittadina di Tata, nel cuore del sud-est marocchino, è il portale verso un paesaggio desertico, ma tutt’altro che spoglio. Tra serre di meloni, pomodori e campi irrigati, si trovano campi tendati autentici dove il silenzio notturno è interrotto solo dalle stelle.

In uno di questi, gestito da una donna del posto, Zahra, si vive un’esperienza di ospitalità che fonde passato e presente. “Da bambina sognavo di accogliere turisti. Ora lo faccio con l’aiuto di mia madre, che cucina per i nostri ospiti”. Qui, l’8 marzo, la Festa delle donne ha assunto un significato speciale, trasformandosi in un tributo spontaneo al lavoro e alla determinazione femminile in un contesto ancora maschile.

Poco lontano si trovano le incisioni rupestri di Tiiggane, testimonianze di un’epoca in cui questa zona era savana, non deserto. Figure di bufali, cavalli, gazzelle e uccelli decorano i massi antichi, spesso non segnalati, ma ancora visibili a chi ha pazienza di cercare.

Tafraoute e i granai collettivi: un viaggio nel tempo berbero

Gole, mandorli in fiore e i segreti dell’Agadir Ighir Ifran

Tafraoute è il cuore della cultura berbera del sud. Famosa per le piantagioni di mandorli (e il festival dedicato), ospita alcune delle più antiche strutture comunitarie del Maghreb: gli iguidar, granai collettivi usati per conservare beni e alimenti di valore.

L’Agadir Ighir Ifran, uno dei meglio conservati, custodisce 86 celle appartenenti a diverse famiglie. Ogni cella è una “cassaforte” in fango, chiusa da una porta in legno. “Questo posto protegge i tesori delle famiglie da secoli. Grano, olio, vestiti, documenti: tutto resta qui”, racconta Brahim, il custode.

Questi granai, unici al mondo, sono candidati come patrimonio Unesco, e sono spesso raggiungibili solo contattando direttamente i guardiani. Le visite costano pochi dirham ma restituiscono un’immersione completa in una tradizione antica e ancora viva.

Oceano e costa: da Sidi Ifni a Legzira, dove l’Atlantico scolpisce l’arco

Le rovine coloniali e i forti sulla scogliera

Scendendo verso sud-ovest, il paesaggio cambia ancora: l’oceano Atlantico si mostra in tutta la sua forza a Sidi Ifni, ex enclave spagnola restituita al Marocco solo nel 1969. Le case bianche e azzurre ricordano più l’Andalusia che il Maghreb.

Sulla spiaggia di Legzira, un arco di pietra rossastra scolpito dalle maree è diventato simbolo della zona. I colori, il vento, la sabbia e i parapendii rendono questo tratto di costa uno dei più fotogenici del paese.

Agadir, il Geoparco e il più grande apiario collettivo al mondo

Dopo un passaggio per Taroudant, la “piccola Marrakech”, si arriva ad Agadir, città moderna ricostruita dopo il sisma del 1960. La vera sorpresa, però, è poco più a nord, nel Geoparco di Anza, dove fossili di dinosauro sono visibili sulla spiaggia. Poco segnalato, ma accessibile.

Ultima tappa: l’apiario collettivo di Inzerki, il più grande del mondo. Costruito nel XVI secolo, è ancora attivo. “Ogni famiglia ha le sue arnie, che vengono portate qui durante la fioritura per produrre miele di argan, euforbia o carrubo”, spiega Brahim, anche qui guida e custode.

Link utili per la vacanza in Marocco:

ViaggiareSicuri – Marocco

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