Rivoluzionato il concetto di servizio: “Il compito della Polizia è proteggere il bene più fragile: la felicità dei cittadini”
In un’atmosfera partecipata e carica di riflessioni, venerdì 21 marzo il Centro culturale “R. Spiga” di Villa San Pietro ha ospitato la presentazione del libro “Il Codice Europeo di Etica per la Polizia. Dall’etica per la Polizia a una Polizia etica”, scritto da Massimo Loddo, agente della Polizia di Stato, laureato in Giurisprudenza e con un master in criminologia e sicurezza. Una serata tutt’altro che tecnica, nonostante l’argomento. Un’occasione per parlare di senso civico, responsabilità e ruolo sociale delle forze dell’ordine in un’epoca attraversata da nuove sfide.
A confrontarsi con l’autore, in una sala gremita, è stata la dottoressa Stefania Farris, che ha guidato il dialogo approfondendo i temi principali del libro. L’incontro è stato aperto dal vicesindaco Salvatore Sarigu e dalla consigliera Natasha Sarais. Presenti in sala, oltre al Dirigente dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Giampiero Putzu, anche numerosi rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato.
Etica e sicurezza in un mondo che cambia
Fin dall’inizio, Loddo ha legato il tema dell’etica alla data scelta per l’evento: il 21 marzo, che è insieme Giornata internazionale contro la discriminazione razziale, Giornata del servizio sociale e Giornata della memoria per le vittime innocenti delle mafie. Un momento simbolico per ricordare l’impegno della Polizia nella tutela dei diritti e della dignità delle persone. “L’etica è sinonimo di felicità”, ha affermato l’autore, richiamando il pensiero di Aristotele. “E il compito della polizia è proprio quello di proteggere la felicità dei cittadini, prevenendo il male”.
Durante il dialogo con Farris, Loddo ha riflettuto su cosa significhi “servire” nella pratica quotidiana. “In ebraico servire vuol dire anche coltivare. E i poliziotti dovrebbero coltivare la propria coscienza. In giapponese il termine si traduce con samurai, guerrieri che erano anche esperti di meditazione e arti zen”, ha spiegato, offrendo un’immagine profonda e inedita del mestiere.
Dal diritto alla teologia: una scelta voluta
Tra i temi emersi, anche la scelta – insolita ma fortemente voluta – di affidare la prefazione del libro a un teologo: monsignor Mario Farci, oggi vescovo di Iglesias. Loddo ha spiegato come giustizia e fede non siano affatto in conflitto, ma due linguaggi complementari per parlare all’essere umano. Il Codice europeo, ha ribadito, si fonda su valori comuni e universali che travalicano le norme giuridiche.
Durante la serata, il pubblico ha posto domande dirette e non scontate, tra cui quella sull’applicazione concreta del Codice in Italia. Loddo ha rassicurato i presenti: “Le lacune del passato sono state colmate. L’Italia ha aggiornato i propri ordinamenti e oggi il Codice è pienamente recepito anche dalle forze di polizia a ordinamento militare”.
Modelli e memoria: da Palatucci a Emanuela Loi
A chi gli ha chiesto quali siano i suoi riferimenti, Loddo non ha avuto dubbi: ha citato Emanuela Loi, la prima donna della Polizia uccisa in servizio nella strage di via D’Amelio, e Giovanni Palatucci, il questore che salvò migliaia di ebrei prima di morire a Dachau. Due figure diverse ma accomunate da un’etica profonda, vissuta ogni giorno con coraggio e dedizione.
Un libro per il presente e il futuro
Il volume “Il Codice Europeo di Etica per la Polizia”, edito da Aracne, è oggi disponibile nelle principali librerie fisiche e digitali. Ma più che un semplice testo normativo, è un invito a guardare alla divisa come strumento di umanità e responsabilità. Perché – come è emerso dalla serata – “un poliziotto etico è prima di tutto una persona consapevole”.