Lo dimostrerebbe un test realizzato bloccando per due mesi e mezzo l’accesso alle news a circa l’1% degli utenti in otto Stati dell’Ue
Google ha dichiarato che i contenuti giornalistici non incidono sui suoi ricavi pubblicitari. Lo afferma in seguito a un test condotto in otto Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia. Secondo i risultati, l’assenza di articoli e notizie dalle sue piattaforme non ha modificato il comportamento degli utenti, né generato perdite economiche.
Il test è stato realizzato bloccando per due mesi e mezzo l’accesso alle news a circa l’1% degli utenti in otto Stati: Italia, Belgio, Croazia, Danimarca, Grecia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. Nessuna visualizzazione da Google News, Discover o dal motore di ricerca. A detta del colosso di Mountain View, il risultato è stato inequivocabile: gli introiti pubblicitari sono rimasti invariati. Una conclusione che mette in discussione la posizione degli editori, da anni in lotta per ricevere una quota della pubblicità generata anche grazie ai loro contenuti.
Gli editori: “Test non concordato e poco trasparente”
La risposta delle associazioni europee del settore editoriale non si è fatta attendere. EMMA, ENPA e News Media Europe hanno pubblicato una dichiarazione congiunta, in cui si sono dette “estremamente preoccupate per la mancanza di informazioni e di trasparenza” da parte di Google.
Secondo le tre organizzazioni, “Big G non ha consultato né informato preventivamente gli editori o le loro associazioni”. E per questo avevano chiesto l’immediata sospensione dell’esperimento. Le stesse sigle avevano anche invitato il colosso tech ad avviare “un dialogo costruttivo e trasparente con il settore della stampa europea”. Tuttavia, l’appello è caduto nel vuoto: Google ha proseguito per la sua strada, completando il test senza alcun confronto preventivo.
I risultati del test rafforzano la posizione di Google
Dopo aver completato l’esperimento, Google ha concluso che le notizie non sono determinanti per la sua pubblicità. Secondo Mountain View, anche senza contenuti giornalistici la piattaforma continua ad essere utilizzata dagli utenti per ricerche di ogni tipo, dalle “previsioni meteo” alla “ricerca di un fiorista”.
Lo afferma con soddisfazione Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy per Google Italia: “I contenuti di notizia nel motore di ricerca non hanno alcun impatto misurabile sui ricavi pubblicitari di Google. Le persone hanno continuato a usare Google nello stesso modo”.
Uno studio per influenzare le trattative con gli editori
Secondo le associazioni editoriali, l’obiettivo reale di Google sarebbe quello di rafforzare la propria posizione nei negoziati sul copyright e sul compenso per l’uso delle notizie. Infatti, con un test che dimostra la presunta irrilevanza economica dei contenuti giornalistici, l’azienda potrebbe cercare di ottenere accordi meno onerosi con editori e governi.
Tuttavia, l’esperimento non è stato seguito da osservatori terzi e non è stato sottoposto a verifiche esterne. Questo lo rende, per molti, un’operazione “unilaterale” che non tiene conto del reale contributo dei media al traffico e al valore complessivo delle piattaforme Google.
Le ombre su Francia e Germania e il ruolo della giustizia
Un dettaglio non è passato inosservato: il test non è stato condotto né in Francia né in Germania. Proprio i due Paesi che più di altri si sono opposti all’atteggiamento di Google verso gli editori. In Francia, un tribunale ha bloccato l’iniziativa su richiesta del Syndicat des Éditeurs de la Presse Magazine.
La scelta di escludere questi Stati, dicono alcuni commentatori, potrebbe non essere casuale. “Google potrà anche non ascoltare gli editori”, si legge in rete, “ma deve comunque sottostare alle decisioni dei giudici”. E in Germania non è chiaro se l’azienda avesse mai intenzione di portare avanti il test, vista la forte pressione politica e istituzionale.