Un’analisi globale rivela che la perdita sta accelerando, riducendo le risorse idriche e facendo salire il livello del mare
Un’indagine condotta da oltre 450 ricercatori ha rivelato dati allarmanti sullo scioglimento dei ghiacciai a livello globale. Lo studio, pubblicato su Nature e coordinato dal World Glacier Monitoring Service (WGMS) dell’Università di Zurigo, ha analizzato le variazioni di massa glaciale dal 2000 al 2023, evidenziando un aumento del tasso di fusione del 36% dal 2012. Gli esperti avvertono che questa accelerazione sta portando alla perdita di risorse idriche vitali in diverse regioni del mondo e contribuendo all’innalzamento del livello del mare.
Il più grande censimento sui ghiacciai
Il progetto Glacier Mass Balance Intercomparison Exercise (Glambie) ha coinvolto 35 gruppi di ricerca internazionali, raccogliendo dati provenienti da osservazioni terrestri e satellitari, tra cui le missioni Terra/Aster, IceSat-2, Grace, TanDem-X e CryoSat. I risultati mostrano che, escludendo Groenlandia e Antartide, i ghiacciai hanno perso in media 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno dal 2000. Questo processo sta avendo un impatto devastante sulle riserve di acqua dolce, soprattutto in Asia Centrale e nelle Ande, dove i ghiacciai forniscono approvvigionamenti essenziali durante le stagioni secche.
L’innalzamento del mare accelera: dati e proiezioni
Dal 2000 al 2023, la fusione glaciale ha contribuito per 18 mm all’innalzamento del livello del mare, con una media di 0,75 mm all’anno. Tuttavia, il ritmo di perdita di ghiaccio sta aumentando: si è passati da 231 miliardi di tonnellate all’anno nella prima metà del periodo di studio a 314 miliardi nella seconda metà. Questo rende i ghiacciai il secondo fattore principale dell’innalzamento marino, dopo l’espansione termica degli oceani, e li colloca davanti alle calotte polari della Groenlandia e dell’Antartide.
Un problema sempre più grande: l’impatto sulla popolazione
Secondo il professor Michael Zemp, direttore del WGMS e primo autore dello studio, “Grazie a metodi di osservazione diversificati, possiamo fornire una nuova base di dati per studiare l’impatto della fusione glaciale sulle risorse idriche e sul livello del mare”. Zemp ha inoltre sottolineato che i ghiacciai perdono ogni anno l’equivalente del consumo idrico globale in 30 anni, ipotizzando un consumo di tre litri d’acqua al giorno per persona.
La sfida climatica: un futuro sempre più incerto
I dati pubblicati arrivano nell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai e nel Decennio ONU per le Scienze Criosferiche (2025-2034). Gli esperti sottolineano che il fenomeno è ormai irreversibile e che il mondo deve prepararsi a gestire le conseguenze. Le risorse idriche vitali stanno diminuendo e, sebbene si discuta di soluzioni di adattamento, il quadro generale suggerisce che il cambiamento climatico sta già avendo effetti tangibili e potenzialmente catastrofici.