Il telescopio Webb ha rilevato tantissimo ossigeno in una galassia primordiale, cambiando le teorie sulla formazione dell’universo
Il telescopio spaziale James Webb ha permesso di osservare una galassia primordiale, rivelando una quantità sorprendente di ossigeno. Lo studio, condotto dalla University of Arizona nell’ambito del programma Jwst Advanced Deep Extragalactic Survey e pubblicato su Nature Astronomy, ha evidenziato una complessità chimica inaspettata per un oggetto così antico.
Una galassia più evoluta del previsto
Jades-Gs-z14-0 si trova a una distanza record, con un redshift di 14.3, e risale a meno di 300 milioni di anni dopo il Big Bang. Gli scienziati si aspettavano che fosse composta principalmente da idrogeno ed elio, ma i dati raccolti mostrano una presenza significativa di ossigeno. Questo suggerisce che la formazione stellare fosse già attiva da milioni di anni, anticipando i modelli di evoluzione delle galassie.
L’importanza dell’ossigeno nella galassia primordiale
Nell’universo primordiale, gli elementi pesanti erano rari, poiché prodotti dalle stelle attraverso processi di fusione nucleare. La scoperta di ossigeno in Jades-Gs-z14-0 dimostra che più generazioni di stelle si erano già formate e spente, arricchendo la galassia di elementi complessi. “C’è bisogno di un ciclo molto complicato per ottenere tutto l’ossigeno che ha Jades-Gs-z14-0. È davvero impressionante“, ha dichiarato il professor George H. Rieke, coautore dello studio.
Un’analisi dettagliata grazie al telescopio Webb
La galassia è stata studiata per nove giorni con strumenti avanzati del telescopio Webb, tra cui la Near Infrared Camera e il Mid-Infrared Instrument (MIRI). Gli astronomi hanno osservato un’area di cielo paragonabile a un granello di sabbia visto a braccio teso, ottenendo dati cruciali sulla composizione chimica della galassia.
Nuove prospettive per la cosmologia
L’analisi di Jades-Gs-z14-0 fornisce informazioni fondamentali per testare i modelli sulla formazione delle galassie e sull’evoluzione dell’universo. “Stiamo vivendo un momento incredibile nella storia dell’astronomia“, ha dichiarato il professor Kevin N. Hainline della University of Arizona. “Siamo in grado di comprendere galassie che vanno ben oltre qualsiasi cosa gli esseri umani abbiano mai scoperto e di vederle in molti modi diversi“.