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Uno studio su 31.000 persone esplora l’antico “dilemma ostetrico” tra facilità del parto e mobilità, rivelando vantaggi e svantaggi
Un nuovo studio pubblicato su Science analizza con approccio multidisciplinare l’evoluzione dei fianchi femminili, svelando un equilibrio delicato tra riproduzione e locomozione. I ricercatori delle università del Texas, Western Washington e del Columbia University Irving Medical Center hanno confrontato i dati morfologici di 31.000 individui dal UK Biobank, analizzando la struttura dell’anca in relazione a gravidanza, parto e movimento. L’obiettivo era approfondire l’antico concetto del cosiddetto “dilemma ostetrico”, un nodo evolutivo che vede l’essere umano sospeso tra due esigenze biologiche: da un lato la necessità di fianchi larghi per far nascere neonati dalla testa grande, dall’altro quella di una struttura stretta per camminare e correre in modo efficiente.
Lo studio si è concentrato anche sulla muscolatura del pavimento pelvico, l’insieme di muscoli che sostiene gli organi interni e svolge un ruolo cruciale nella stabilità del bacino e nella salute riproduttiva. Come sottolineano gli autori, “problemi al pavimento pelvico possono causare prolassi vaginali o uterini, incontinenza e complicazioni durante il parto”. È proprio osservando queste dinamiche che il team ha messo in luce come nessuna conformazione corporea sia priva di compromessi: sia i fianchi larghi che quelli stretti presentano vantaggi specifici, ma anche svantaggi funzionali.
Fianchi larghi: parto facilitato ma problemi articolari
Aumentano i rischi di osteoartrosi e prolassi pelvici
Le donne con fianchi più ampi, secondo i dati del Biobank, hanno generalmente meno complicazioni durante il parto, un vantaggio chiave in termini di successo riproduttivo. Tuttavia, lo studio mostra che la stessa morfologia è associata a un maggior rischio di disturbi motori: difficoltà nella deambulazione, tassi più elevati di osteoartrosi all’anca e una maggiore probabilità di soffrire di problemi al pavimento pelvico.
In particolare, si osserva una maggiore incidenza di prolassi e incontinenza, condizioni che possono avere un impatto importante sulla qualità della vita. Questo suggerisce che la morfologia più adatta alla nascita presenta un costo biomeccanico a livello di postura e articolazioni, confermando l’esistenza del compromesso evolutivo descritto nella teoria del “dilemma ostetrico”.

Fianchi stretti: più agili ma con più complicanze alla nascita
Chi ha fianchi più stretti, invece, tende a camminare e correre meglio, mostrando una maggiore efficienza nella locomozione. Tuttavia, questa conformazione è associata a un aumento del rischio di complicanze durante il parto, comprese difficoltà meccaniche e necessità di interventi ostetrici.
Lo studio indica anche una maggiore incidenza di mal di schiena e osteoartrosi al ginocchio tra le donne con bacino stretto, probabilmente a causa di un carico più verticale e meno distribuito sulla colonna vertebrale e le articolazioni inferiori.
Nessun legame con la durata della gravidanza
Ma i neonati di madri con fianchi larghi hanno teste più grandi
Interessante anche l’assenza di correlazione tra larghezza del bacino e durata della gravidanza, secondo quanto riportato dagli autori. Tuttavia, è stato osservato che le donne con fianchi più larghi tendono a partorire neonati con cranio più voluminoso, un dato che rafforza ulteriormente l’importanza del bacino nel garantire un parto sicuro.
Inoltre, gli studiosi hanno notato che la maggior parte delle persone ha un bacino asimmetrico, un elemento che potrebbe incidere sia sulla mobilità che sulla dinamica del parto, ma che richiederà ulteriori studi per essere compreso appieno.
Evoluzione e compromessi: il corpo femminile come terreno di equilibrio
Il lavoro dei ricercatori getta nuova luce su un aspetto poco noto della biologia evolutiva umana: il bacino femminile come punto di mediazione tra esigenze contrastanti. A differenza di molte specie animali, l’essere umano ha sviluppato cervelli più grandi e una postura eretta, rendendo più complessa la dinamica del parto e della locomozione.
Lo studio suggerisce che il nostro corpo si è adattato seguendo strategie diverse per ogni individuo, dimostrando che la natura non ha scelto una “forma perfetta”, ma ha favorito una varietà di morfologie, ognuna con i suoi pro e contro.