Un team di scienziati ha sviluppato celle solari in perovskite utilizzando materiali di scarto. L’efficienza energetica è da record
Le celle solari rappresentano una delle principali alternative alle fonti fossili, ma la loro produzione spesso impiega materiali derivati dal petrolio e il costoso silicio, limitandone la sostenibilità. Un gruppo di ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore, in collaborazione con la Polytechnique Hauts-de-France, ha sviluppato una nuova tecnologia che utilizza scarti agricoli per creare lo strato fotoattivo delle celle solari in perovskite. Lo studio, pubblicato su Advanced Functional Materials, mostra come l’impiego di un polimero da biomassa possa rendere queste celle più ecologiche senza sacrificare l’efficienza energetica.
Dai rifiuti agricoli all’energia solare pulita
La soluzione proposta dai ricercatori prevede l’uso di un polimero derivato dal furan, un sottoprodotto agricolo. Questo materiale, oltre a ridurre l’impatto ambientale rispetto ai polimeri di origine fossile, rende la produzione di celle solari più sostenibile e potenzialmente più economica. I test hanno dimostrato che le celle solari costruite con questo approccio hanno raggiunto un’efficienza del 21,39%, un valore ancora inferiore al 34% delle celle convenzionali in perovskite, ma comunque promettente per il futuro sviluppo della tecnologia.

Nuove prospettive per il futuro delle celle solari
I ricercatori sottolineano che questo risultato rappresenta un passo avanti nell’uso di materiali rinnovabili per la produzione di energia solare, aprendo la strada a nuove ricerche per migliorare ulteriormente l’efficienza. “Il nostro successo mostra che l’impiego di materiali più puliti è possibile e potrebbe favorire nuove innovazioni nel settore“, affermano gli autori dello studio. Se ottimizzata, questa tecnologia potrebbe contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni globali di carbonio, offrendo una valida alternativa ai pannelli solari basati su materiali non rinnovabili.