Il canto delle balene è simile al linguaggio umano: lo studio

Un nuovo studio svela che le vocalizzazioni delle megattere seguono una struttura statistica simile a quella del linguaggio umano

Da decenni, i canti delle megattere affascinano gli scienziati e il grande pubblico. Utilizzati per comunicare tra loro, questi suoni si articolano in grugniti, lamenti e melodie complesse. Uno studio pubblicato su Science ha rivelato che questi canti seguono regole statistiche simili a quelle del linguaggio umano, aprendo nuove strade nello studio della comunicazione animale.

Secondo il biologo marino Shane Gero della Carleton University, che non ha partecipato alla ricerca, “più osserviamo e ascoltiamo, più ci rendiamo conto della complessità dei sistemi comunicativi negli animali”. Questo studio suggerisce che i canti delle balene, così come il linguaggio umano, potrebbero essere appresi socialmente, anziché essere puramente istintivi.

Leggi le altre notizie del canale Scienza

Come le megattere imparano a comunicare

Mentre alcuni animali, come i cani, emettano suoni istintivamente, i canti delle megattere vengono tramandati e modificati nel tempo. I maschi imparano le melodie da altri individui, utilizzandole probabilmente per attirare le femmine. Questo processo di apprendimento culturale ha portato i ricercatori a ipotizzare che il canto delle balene possa avere una struttura più organizzata di quanto si pensasse in precedenza.

Lo studio, condotto dalla biologa Ellen Garland dell’Università di St. Andrews, ha utilizzato un metodo innovativo per analizzare i suoni delle balene. I ricercatori hanno applicato un modello statistico utilizzato nello studio dell’apprendimento linguistico nei neonati umani. Questo approccio ha permesso di identificare sequenze prevedibili di suoni, simili alle regole che permettono ai bambini di riconoscere le parole all’interno di una frase.

La scoperta della legge di Zipf nei canti delle balene

Analizzando otto anni di registrazioni di una popolazione di megattere in Nuova Caledonia, il team ha scoperto che il canto segue un modello matematico che rispetta la legge di Zipf. Questa legge stabilisce che in ogni lingua esiste una correlazione tra la frequenza con cui le parole vengono usate: ad esempio, in inglese la parola più comune (“the”) appare il doppio delle volte della seconda parola più frequente (“of”).

La scoperta suggerisce che la legge di Zipf non è esclusiva del linguaggio umano, ma potrebbe emergere in qualsiasi sistema complesso di comunicazione trasmesso culturalmente, come il canto delle balene.

Le balene parlano davvero una lingua?

Sebbene lo studio dimostri una struttura statistica ordinata, i ricercatori sottolineano che non significa che le balene abbiano un vero e proprio linguaggio come quello umano. Non esiste prova che i loro suoni abbiano un significato fisso o che siano organizzati in strutture grammaticali.

Tuttavia, secondo Kristin Andrews della York University, questo studio rappresenta un primo passo per decifrare il significato dei canti delle balene. “L’analisi dei pattern è sempre il primo passo nella decrittazione di un codice”, ha dichiarato. Anche se non riusciremo mai a tradurre le vocalizzazioni delle megattere, la ricerca suggerisce che esistono similitudini profonde tra il nostro modo di comunicare e quello di altri mammiferi intelligenti.

Per Shane Gero, questi risultati rafforzano la connessione tra il linguaggio umano e le forme di comunicazione animale, avvicinandoci a comprendere cosa significhi essere un grande mammifero intelligente sulla Terra.

Fonte:

Correlati

Exit mobile version