Nuove ricerche rivelano che i batteri della bocca potrebbero influenzare la memoria e il rischio di declino cognitivo con l’età
L’idea che la salute della bocca possa influenzare il cervello sta guadagnando sempre più attenzione nella ricerca scientifica. Un recente studio, pubblicato su PNAS Nexus da un team di ricercatori guidato da Joanna E. L’Heureux e colleghi, ha esplorato il legame tra microbioma orale, biomarcatori del monossido di azoto (NO) e declino cognitivo. I risultati suggeriscono che alcuni batteri presenti nella bocca possano avere un ruolo cruciale nel mantenere la funzione cerebrale con l’avanzare dell’età, mentre altri potrebbero accelerare il deterioramento cognitivo.
Il ruolo del microbioma orale nella funzione cerebrale
Il nostro cavo orale ospita un ecosistema complesso di microrganismi, noto come microbioma orale, che svolge diverse funzioni nel metabolismo e nella salute generale. Gli scienziati hanno a lungo sospettato che alcuni batteri possano influenzare il flusso sanguigno cerebrale e i processi infiammatori, ma finora le prove erano limitate. La ricerca condotta da L’Heureux e colleghi ha analizzato 115 campioni di saliva prelevati da adulti sopra i 50 anni, suddivisi in due gruppi:
- 60 individui sani con normali capacità cognitive
- 55 soggetti con lieve compromissione cognitiva (MCI – Mild Cognitive Impairment)
L’obiettivo era identificare eventuali correlazioni tra la composizione del microbioma orale e le prestazioni nei test cognitivi.
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Neisseria e Haemophilus: alleati della memoria?
Uno dei risultati più interessanti riguarda il ruolo dei batteri Neisseria e Haemophilus, che sono stati trovati in maggiore quantità nei soggetti con migliori capacità cognitive. I ricercatori hanno scoperto che un’alta presenza di questi batteri si associava a:
- Migliori prestazioni nei test di memoria e attenzione
- Livelli più alti di nitrito orale, un precursore del monossido di azoto (NO), fondamentale per la circolazione sanguigna e il metabolismo cerebrale
Il monossido di azoto è noto per migliorare il flusso sanguigno e contribuire alla plasticità sinaptica, rendendo più efficiente la comunicazione tra i neuroni. Questo suggerisce che una dieta ricca di nitrati, come verdure a foglia verde (spinaci, rucola, barbabietole), potrebbe favorire un microbioma orale più sano e potenzialmente rallentare il declino cognitivo.
I batteri nocivi: Porphyromonas e Prevotella
Dall’altro lato, lo studio ha identificato due gruppi di batteri che sembrano avere un impatto negativo sulla salute del cervello:
- Porphyromonas, già noto per il suo ruolo nelle malattie gengivali, è risultato più abbondante nei soggetti con deficit cognitivi.
- Prevotella intermedia, invece, è stata individuata come marcatore predittivo per i portatori della variante genetica APOE4, un noto fattore di rischio per l’Alzheimer.
Gli scienziati ipotizzano che questi batteri possano favorire stati infiammatori cronici, compromettendo la barriera emato-encefalica e contribuendo all’accumulo di proteine tossiche nel cervello, tipiche delle malattie neurodegenerative.
La connessione tra batteri, nitrati e rischio genetico
Lo studio ha anche analizzato le differenze tra soggetti portatori e non portatori del gene APOE4, una mutazione associata a un rischio più alto di sviluppare Alzheimer. Nei soggetti con APOE4, il microbioma orale mostrava livelli più elevati di Prevotella intermedia, mentre il rapporto tra nitrati e nitriti risultava squilibrato.
Questa scoperta apre la strada a possibili strategie di prevenzione basate su modificazioni del microbioma orale. Interventi mirati, come l’aumento del consumo di alimenti ricchi di nitrati o l’uso di probiotici specifici, potrebbero ridurre il rischio di declino cognitivo nei soggetti predisposti geneticamente.
Implicazioni per la prevenzione della demenza
Questi risultati rafforzano l’idea che la salute della bocca e la dieta possano giocare un ruolo chiave nella protezione del cervello dall’invecchiamento. Alcuni possibili approcci per mantenere un microbioma orale sano includono:
- Aumentare il consumo di nitrati naturali, presenti in verdure a foglia verde
- Evitare zuccheri raffinati e cibi ultra-processati, che favoriscono i batteri patogeni
- Curare l’igiene orale, prevenendo infiammazioni gengivali
- Usare probiotici specifici, in grado di favorire i batteri benefici come Neisseria e Haemophilus
Secondo gli autori dello studio, questi interventi potrebbero rallentare il declino cognitivo e ridurre il rischio di Alzheimer. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, il microbioma orale potrebbe presto diventare un nuovo bersaglio per le strategie di prevenzione delle malattie neurodegenerative.
Nuove strategie basate su dieta, probiotici e igiene orale
La ricerca guidata da Joanna E. L’Heureux offre nuove prospettive sul ruolo del microbioma orale nella salute cerebrale. L’analisi dettagliata dei batteri presenti nella bocca ha rivelato che alcuni microrganismi, come Neisseria e Haemophilus, possono essere protettivi, mentre altri, come Porphyromonas e Prevotella intermedia, potrebbero favorire il declino cognitivo. Questi risultati potrebbero avere un impatto significativo sulla prevenzione delle malattie, suggerendo nuove strategie basate su dieta, probiotici e igiene orale.