Uno studio su gemelli finlandesi svela che l’esercizio moderato porta i maggiori benefici per la longevità, mentre l’attività intensa non riduce il rischio di mortalità
L’idea che l’esercizio fisico sia un elemento chiave per una vita lunga e in salute è ampiamente diffusa, ma una nuova ricerca condotta dall’Università di Jyväskylä in Finlandia mette in discussione questa convinzione. Lo studio ha analizzato la relazione tra attività fisica, invecchiamento biologico e mortalità, concentrandosi su un ampio campione di gemelli finlandesi per valutare anche l’influenza genetica. I risultati, pubblicati su Medicine & Science in Sports & Exercise e sull’European Journal of Epidemiology, offrono una nuova prospettiva sul legame tra esercizio e longevità.
L’attività moderata è la più efficace
I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in quattro gruppi in base ai loro livelli di attività fisica nel corso di 15 anni: sedentari, moderatamente attivi, attivi e molto attivi. Dopo un monitoraggio di 30 anni, è emerso che il maggior beneficio in termini di longevità—pari a una riduzione del rischio di mortalità del 7%—si è osservato tra coloro che erano sedentari e quelli moderatamente attivi. Sorprendentemente, l’attività fisica intensa non ha mostrato ulteriori vantaggi per la longevità.
A breve termine più esercizio riduce il rischio, a lungo termine no
Nel breve periodo, lo studio ha evidenziato un legame chiaro tra esercizio fisico e riduzione della mortalità: maggiore è l’attività, minore è il rischio di decesso. Tuttavia, nel lungo termine, i soggetti altamente attivi non hanno vissuto più a lungo rispetto a quelli sedentari. “Uno stato preclinico di malattia può limitare l’attività fisica e, alla fine, portare alla morte, senza che sia la mancanza di esercizio a causarla direttamente”, ha spiegato la professoressa Elina Sillanpää, responsabile dello studio.
Seguire le linee guida sull’attività fisica non basta
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda 150-300 minuti di attività moderata o 75-150 minuti di esercizio intenso a settimana. Tuttavia, lo studio ha rilevato che seguire queste linee guida non ha ridotto il rischio di mortalità né ha influenzato significativamente il rischio genetico di sviluppare malattie cardiovascolari. “Le associazioni positive tra esercizio fisico e mortalità sono spesso basate su studi osservazionali, soggetti a diversi bias”, ha sottolineato Laura Joensuu, coautrice dello studio.
Il legame tra esercizio e invecchiamento biologico
Per approfondire l’impatto dell’attività fisica sull’invecchiamento, i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue dei partecipanti utilizzando orologi epigenetici, strumenti che misurano la velocità dell’invecchiamento biologico. I risultati hanno mostrato una curva a U: chi faceva troppo poco o troppo esercizio invecchiava più velocemente. “L’invecchiamento biologico era più rapido sia nei sedentari sia in coloro che praticavano attività fisica intensa”, ha evidenziato Sillanpää. Fattori come fumo e consumo di alcol hanno influenzato in parte questi dati, ma non sono bastati a spiegarne completamente le cause.
L’influenza della genetica sul rischio di mortalità
Lo studio ha incluso 4.897 gemelli e ha analizzato il loro rischio genetico di malattie cardiovascolari utilizzando indici di predisposizione genetica. Inoltre, la mortalità è stata monitorata in 180 coppie di gemelli identici, mentre per 1.153 gemelli è stato valutato il loro tasso di invecchiamento biologico attraverso il DNA. “Abbiamo cercato di eliminare bias e variabili confondenti, ma i nostri dati mostrano che l’attività fisica non è sempre direttamente collegata a una maggiore longevità”, ha concluso Joensuu.
Cosa significa questo studio per la salute pubblica?
Questi risultati suggeriscono che fare esercizio fisico è importante, ma non necessariamente per vivere più a lungo. L’attività moderata sembra essere la scelta migliore per mantenere una buona salute senza effetti negativi. Inoltre, la ricerca evidenzia l’importanza di considerare fattori genetici e altri stili di vita quando si analizza il legame tra movimento e longevità.