Nuove ricerche rivelano come l’ipnosi porti a profonde alterazioni dell’attività cerebrale
L’ipnosi non è solo una suggestione mentale, ma un fenomeno reale con effetti misurabili sul cervello umano. Tre studi condotti dall’Università di Zurigo hanno dimostrato che questo stato di coscienza altera l’attività delle reti funzionali cerebrali e influisce sulla chimica di specifiche aree del cervello. La ricerca, pubblicata su riviste scientifiche di rilievo, segna un importante passo avanti nella comprensione dell’ipnosi, sollevando nuove domande sulle sue potenzialità terapeutiche.
Ipnosi e gestione del dolore: risultati sorprendenti
L’interesse per l’ipnosi è cresciuto negli ultimi anni, con numerose testimonianze sui suoi effetti analgesici. Un caso eclatante risale al 2018, quando un paziente svizzero si è sottoposto a un intervento chirurgico senza anestesia, affidandosi esclusivamente all’ipnosi per il controllo del dolore. Anche gli ospedali universitari di Ginevra hanno integrato l’ipnosi nei percorsi di cura, utilizzandola per ridurre l’ansia nei pazienti pediatrici e per la gestione del dolore in odontoiatria e ostetricia.
Come l’ipnosi modifica l’attività cerebrale
I ricercatori hanno condotto tre studi indipendenti utilizzando tecniche avanzate di neuroimaging per analizzare l’effetto dell’ipnosi sul cervello. Lo studio con risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha evidenziato cambiamenti significativi nelle regioni corticali coinvolte nell’attenzione e nella percezione corporea. L’elettroencefalografia (EEG) ha rilevato un aumento delle onde theta, tipiche degli stati di profonda rilassatezza e meditazione. Infine, la spettroscopia a risonanza magnetica (MRS) ha permesso di approfondire le variazioni neurochimiche legate ai diversi livelli di ipnosi.
Due livelli di ipnosi: una scoperta rivoluzionaria
Per la prima volta, gli scienziati hanno dimostrato che l’ipnosi non è un fenomeno unico, ma può manifestarsi con diversi gradi di profondità. I partecipanti, tutti esperti in stati ipnotici, sono stati guidati in due differenti livelli di trance: uno stato di lieve ipnosi (somnambulismo) e uno stato di ipnosi profonda (Esdaile). Durante la sessione, i soggetti hanno riportato una riduzione della percezione del tempo e dello spazio, accompagnata da un marcato rallentamento del battito cardiaco e della respirazione.
Ipnosi e neuroscienze: quali prospettive per il futuro?
Sebbene gli studi abbiano dimostrato che l’ipnosi produce cambiamenti reali nel cervello, rimangono ancora molte domande aperte. I ricercatori intendono approfondire il motivo per cui l’ipnosi ha effetti terapeutici, specialmente nel trattamento del dolore e dell’ansia. Inoltre, la possibilità di sfruttare l’ipnosi in ambito clinico potrebbe rivoluzionare l’approccio alla gestione dello stress e delle fobie.